Disordini alimentari: per sconfiggerli alla radice bisogna rileggere i Padri della Chiesa

0 Views· 09/19/23
Morale - BastaBugie.it
0
In Manga

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7529<br /><br />DISORDINI ALIMENTARI: PER SCONFIGGERLI ALLA RADICE BISOGNA RILEGGERE I PADRI DELLA CHIESA di Luisella Scrosati<br />Mangiare non è solo consumare cibo; almeno per l'uomo. L'atto del cibarsi porta infatti in sé il principio della relazione: relazione con il mondo materiale, che porto in me e assimilo; relazione con il prossimo, con il quale condivido la mensa; relazione con Dio, dal quale ricevo il nutrimento dell'anima e del corpo e al quale rendo grazie. È in questa tridimensionalità ordinata che avviene l'atto umano del cibarsi.<br />Dando un rapido sguardo alle Scritture e all'Insegnamento di quei grandiosi "psicologi" dei primi secoli dell'era cristiana, ovvero i Padri della Chiesa e i Padri del Monachesimo, ci accorgiamo che l'alimentazione occupa un posto centrale. Dalle prime pagine del libro della Genesi, Dio indica all'uomo il modo di nutrirsi (cf. Gen 1,29-30), mostrandogli fin da subito il limite che corrisponde alla sua natura (cf. Gen 2,15-17), al di fuori del quale non avrebbe conseguito un perfezionamento del proprio essere, ma sarebbe al contrario decaduto.<br />Il peccato originale è giustamente descritto dal Catechismo della Chiesa Cattolica (n° 397) come una disobbedienza, alimentata dalla perdita della fiducia in Dio: "l'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nel suo Creatore e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio". E aggiunge che, "in seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà".<br />Disobbedienza, mancanza di fede, sono la sostanza del peccato originale e di ogni peccato; ma la sua materializzazione, quasi il detonatore dell'esplosione, e un altro , come chiaramente il testo della Genesi 3,1-6 indica. Qui compare per sette volte la parola "mangiare"; e poi nei versetti 11-13 per altre tre volte. Decisamente troppo per passare inosservato dai Padri. Evagrio Pontico è, al riguardo, piuttosto lapidario: "il desiderio di cibo ha generato la disobbedienza, e il dolce gustare ha scacciato dal Paradiso" (gli otto spiriti della malvagità 1). E non è il solo a collegare il peccato originale al desiderio di un alimento; Sant'Ambrogio, per esempio, nell'opera De Iacob et vita beata (I, 2-8), sottolinea che dal momento in cui i nostri progenitori "non mantennero la temperanza, i trasgressori di questa virtù fondamentale furono esiliati dal Paradiso, senza aver più parte all'immortalità".<br />IL DISORDINE RELAZIONALE DIVENTA ALIMENTARE<br />Insomma, l'atto del cibarsi porta in sé molto più di quanto non appaia a prima vista. Torniamo al racconto genesiaco. La fame è l'appetito primordiale, al quale è legato il mantenimento della vita e della salute del corpo; introdurre in sé un alimento indica poi un con la creazione molto intimo: significa far entrare in sé il mondo naturale, trasformarlo in sé. Ora, è chiaro che un disordine di questa dimensione concupiscibile significa disordine nel desiderio e nella relazione; il problema del peccato primordiale non è quello di mangiare un frutto, ma di disprezzare Dio, disubbidendo al suo comando con l'illusione di diventare come Lui. Il punto però è che, molto realisticamente, le Scritture ci indicano che questo disprezzo si consuma si consuma nell'atto di prendere cibo. Anche Esaù concretizzò il proprio disprezzo per la primogenitura - essere l'erede della promessa! - mangiando un piatto di lenticchie (cf. Gen 25, 29-34). E Giuda consumò il proprio tradimento mangiando il boccone datogli dal Maestro e Signore (cf Gv 13,27). Stringiamo ulteriormente la riflessione. Il cibarsi in modo disordinato nella bibbia è la cifra di un problema relazionale: i progenitori si distolgono si distolgono da un rapporto di fiducia con Dio e mangiano ciò che non devono ; Esaù non considera il b

Show more

 0 Comments sort   Sort By


Up next